L'UNICA CERTEZZA
Enrique Martínez LozanoLc 21, 5-19
Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: "Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta". Gli domandarono: "Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?"
Rispose: "Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e : "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine".
Poi disse loro: "Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime".
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Il racconto, posteriore agli avvenimenti -benché poi si attribuissero queste parole a Gesú-, presenta un quadro caratterizzato dalla distruzione del tempio (avvenuta nell'anno 70, dopo l'invasione degli eserciti romani, da uno scenario di guerre, dall'apparizione di falsi messia e dalla persecuzione dei discepoli di Gesú persino da parte della propria famiglia.
Tutto ciò, in effetti, costituisce una specie di "ritratto" dell'accaduto. Non è difficile immaginare la precaria situazione di quelle prime comunità, situate ancora nell'orbita della religione giudaica, come un'altra linea all'interno di questa.
Vedono come il paese viene devastato e il tempio di Gerusalemme distrutto completamente. Il giudaismo stesso è sul punto di scomparire. E quando comincia a ricostruirsi a partire dall'assemblea di Jamnia, sulla base dei farisei, i seguaci di Gesú vengono scomunicati e cominciano ad essere perseguitati.
In una tale situazione di caos, non doveva essere facile mantenere la fedeltà né la fiducia. Ed è probabile che membri delle comunità andassero dietro ad uno dei tanti "messia" che proliferavano in quegli anni.
Di fronte a questi rischi, si alza una narrazione che, mettendo in bocca a Gesú la descrizione "anticipata" dell'accaduto, vuole rinforzare la fiducia di queste comunità, facendo sí che si rendessero conto che non accadeva nulla che non fosse già stato previsto ed annunciato.
Una volta diminuita la paura, porta l'insistenza su due punti: da un lato, sulla fiducia di sapersi accompagnati dalla presenza dello stesso Gesú, il quale darà loro parole adeguate e saggezza con cui far fronte ai tribunali; e, dall'altro, sulla perserveranza in mezzo alla crisi, con un'immagine che garantisce ogni sicurezza: "nemmeno un capello del vostro capo perirà".
La metafora dei capelli della testa mira alla piú grande certezza su cui possiamo sempre poggiare: chi realmente siamo non può essere colpito negativamente da nulla. Ciò che siamo si trova in salvo da ogni pericolo. Poiché, in definitiva, non è diverso da Ciò che è.
Può essere colpito tutto ciò che è impermanente. Tutto senza eccezione, nel mondo delle forme, è sottoposto a continui cambiamenti, e ogni cosa si dà accompagnata dal proprio polo opposto. Ma, al di là delle forme, tutto È.
Può darsi che la persona religiosa si apra coscientemente alla presenza di Gesú; in realtà, in lui, sta entrando in connessione con Ciò che è, al di là di quello che percepiamo attraverso i sensi e la mente. La persona credente, se non si fa di Dio un idolo su misura, nell'aprirsi a Lui si sta ancorando al Mistero ultimo del Reale, con cui si scopre non-separata e dove percepisce che tutto è in salvo, tutto è bene.
Possono esserci guerre, epidemie, persecuzioni... Se manteniamo la coscienza della nostra vera identità -non l'ego minacciato di morte da tutte queste cose, ma la Coscienza una-, ci sentiremo in ogni momento "salvi".
Enrique Martínez Lozano
Traduzione: Teresa Albasini