EGO E VITA
Enrique Martínez LozanoMt 16, 21-27
Da allora Gesú cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai." Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: "Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!"
Allora Gesú disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni."
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L'ego ha uno sguardo miope e interessato e si fonda sulla legge dell'attaccamento (a ciò che gli piace) e l'avversione (verso ciò che non gli piace). Come risultato di questo, ci chiude in una gabbia stretta che, prima o poi, si manifesta come un labirinto di sofferenza dal quale -per quanto possiamo realizzare un lavoro psicologico- diventa impossibile uscire finché rimane l'identificazione con l'ego.
Le crisi -i contrattempi di ogni genere- che frustrano l'ego, sono solitamente dei messaggeri attraverso i quali la Vita vuole insegnarci la saggezza che ci permetta di uscire da quella gabbia.
Nel sentirsi frustrato, l'ego può "rimbalzare" e accomodarsi di nuovo, alimentandosi di compensi e aspettative. Ma non sarà strano che arrivi a un punto in cui si trovi senza via d'uscita. È proprio allora -la mente pensa che tutto stia crollando- che può avvenire l'opportunità di una piú forte messa in discussione che faccia vedere l'inconsistenza dell'ego, nonché i suoi modi di funzionamento.
Se ciò accade, comincia a cessare l'identificazione con l'ego, diventa possibile uscire dalla sua gabbia e quello sguardo miope e interessato comincia ad allargarsi: il centro d'interesse si è spostato verso la Vita, come quell'identità che tutti condividiamo. Ed è precisamente qui che è possibile la libertà e la liberazione dalla sofferenza. La crisi ha compiuto il suo ruolo e non ci resterà che gratitudine per tutto ciò che abbiamo vissuto.
Questa lettura, realizzata partendo dalla psicologia transpersonale e dal modello non-duale, è totalmente coerente con le sagge parole di Gesú che leggiamo nel testo che dà origine a questo commento.
Dietro la benintenzionata, benché sbagliata reazione di Pietro -questa è la reazione caratteristica dell'ego: rifiutare sempre quello che lui ritiene "cattivo"- Gesú risponde con fermezza: questo modo di pensare non è di Dio, vale a dire non si corrisponde con la nostra vera identità. Tale reazione invece, per quanto alla nostra mente appaia come la migliore, si trasforma per noi in "satana" (=avversario), in un intoppo che ci impedisce di procedere nella direzione giusta.
Ciò non significa che Gesú abbia preso una via dolorista, in cui si valorizza il dolore per sé stesso. Niente affatto. Gesú vive nella saggezza dalla quale nasce la fedeltà. Non vive per l'ego che cerca sempre il suo interesse e la sua comodità; è bensí ancorato a quell'identità profonda dove si rende possibile che la Vita fluisca attraverso noi, in un atteggiamento di accettazione o di resa saggia. Ed è cosí che egli lo spiega nelle parole che aggiunge in seguito.
Chi vuole salvare il suo ego, perde la Vita. Perché si chiude in quella stretta gabbia di cui parlavo sopra, e si immette in un labirinto di sofferenza e, alla fin fine, di vuoto e nonsenso. Un'esistenza egocentrata, pur se apparentemente soddisfacente per l'ego (addirittura fino a "guadagnare il mondo intero"), non può evitare una sensazione di profonda insoddisfazione.
Al contrario, nello scoprire la trappola di questa chiusura riduttiva, nello smettere di identificarci con l'ego, la prima cosa che sperimentiamo è una sensazione di Ampiezza, dove sentiamo che il nostro cuore si allarga e scopriamo che l'orizzonte è in realtà infinito.
In persone che iniziano un cammino spirituale, mi è dato di essere testimone di quella sensazione di ampiezza che scoprono e godono, quale germe di trasformazione.
Se vuoi rendere "operativa" la parola di Gesú, puoi provare una cosa cosí: non ridurti alla tua personalità o io psicologico. Hai un psichismo -come hai un corpo- da curare, ma la tua identità non è questa. Sei Vita, la Vita unica, che in te ha preso transitoriamente questa forma. Lascia cadere tutti i pensieri, al fine di poter vedere l'inganno che rappresenta l'identificarci con la mente. Senti la pura e nuda coscienza di essere, fino a riconoscerti in essa. Nell'avere "perso" l'ego (l'identificazione con la mente), hai trovato la Vita.
Enrique Martínez Lozano
Traduzione: Teresa Albasini
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