La parabola del seminatore è un invito alla speranza. La semina dell'evangelo, molte volte inutile per diverse contrarietà e opposizioni, ha una forza incontenibile. Nonostante tutti gli ostacoli e le difficoltà, e anche con risultati molto diversi, la semina finisce in raccolto fecondo che fa dimenticare i fallimenti.

Non dobbiamo perdere la fiducia a causa dell'apparente impotenza del regno di Dio. Sembra sempre che «la causa di Dio» sia in decadenza e che l'evangelo sia qualcosa d'insignificante e senza futuro. E tuttavia non è così. L'evangelo non è una morale né una politica, e nemmeno una religione con maggiore o minore futuro. L'evangelo è la forza salvatrice di Dio «seminata» da Gesù nel cuore del mondo e della vita degli uomini.

Spinti dal sensazionalismo degli attuali mezzi di comunicazione, sembra che abbiamo occhi solo per vedere il male. E non sappiamo più indovinare questa forza di vita nascosta sotto le apparenze più scoraggianti.

Se potessimo osservare l'interno delle vite, ci sorprenderebbe trovare tanta bontà, donazione, sacrificio, generosità e amore vero. C'è violenza e sangue nel mondo, ma cresce in molti il desiderio di una vera pace. S'impone il consumismo egoista nella nostra società, ma sono molti quelli che scoprono la gioia di una vita semplice e condivisa. L'indifferenza sembra abbia soffocato la religione, ma in non poche persone si risveglia la nostalgia di Dio e la necessità della preghiera.

L'energia trasformatrice dell'evangelo sta lì lavorando l'umanità. La sete di giustizia e di amore continuerà a crescere. La semina di Gesù non finirà in fallimento. Quello che si chiede a noi è accogliere il seme. Non scopriamo in noi stessi questa forza che non proviene da noi e che ci invita incessantemente a crescere, ad essere più umani, a trasformare la nostra vita, a tessere relazioni nuove tra le persone, a vivere con più trasparenza, ad aprirci con più verità a Dio?

José Antonio Pagola

Traduzzione: Mercedes Cerezo

Publicado en www.gruposdejesus.com