LA CONVERSIONE CI FA BENE
José Antonio PagolaLa chiamata alla conversione evoca quasi sempre in noi il ricordo dello sforzo esigente, proprio di ogni lavoro di rinnovamento e purificazione. Tuttavia le parole di Gesù «Convertitevi e credete nella Buona Notizia», ci invitano a scoprire la conversione come passaggio a una vita più piena e gratificante.
Il vangelo di Gesù ci viene a dire qualcosa che non dobbiamo mai dimenticare: «È buono convertirsi. Ci fa bene. Ci permette di esperimentare un modo nuovo di vivere, più sano y gioioso. Ci dispone a entrare nel progetto de Dio per costruire un mondo più umano». Qualcuno si domanderà. Ma come vivere quest'esperienza? Che passi fare?
La prima cosa è fermarsi. Non avere paura a rimanere soli con noi stessi per farci le domande importanti della vita: chi sono io? Che sto facendo con la mia vita? È questo l'unica cosa che voglio vivere?
Questo incontro con se stessi esige sincerità. La cosa importante è non continuare a ingannarci ancora. Cercare la verità di quel che stiamo vivendo. Non ostinarci a occultare quello che siamo e apparire quello che non siamo. È facile che sperimentiamo allora il vuoto e la mediocrità. Appaiono davanti a noi azioni e posizioni che stanno rovinando la nostra vita. Non è quello che avremmo voluto. Nel fondo desideriamo vivere qualcosa di meglio e più gioioso.
Scoprire come stiamo danneggiando la nostra vita non deve farci cadere nel pessimismo o la disperazione. Questa coscienza di peccato è salutare. Ci dignifica e ci aiuta a ricuperare l'autostima. Non tutto è cattivo e dannoso in noi. Dentro ciascuno sta operando sempre una forza che ci attrae e ci spinge verso il bene, l'amore e la bontà. È Dio, che vuole una vita più degna per tutti.
La conversione ci richiederà senza dubbio di introdurre cambiamenti concreti nella nostra maniera di agire. Ma la conversione non consiste in questi cambiamenti. Il cambiamento è essa stessa. Convertirsi è cambiare il cuore, adottare una posizione nuova nella vita, prendere una direzione più sana, collaborare al progetto di Dio.
Tutti, credenti e meno credenti, possono fare i passi evocati fin qui. La sorte del credente è poter vivere questa esperienza aprendosi fiduciosamente a Dio. Un Dio che si interessa dime più che io stesso, per risolvere non i miei problemi, ma «il problema», questa mia vita mediocre e fallita che sembra non avere soluzione. Un Dio che mi comprende, mi aspetta, mi perdona e vuole vedermi vivere in maniera piena, gioiosa e gratificante.
Per questo il credente vive la sua conversione invocando Dio con le parole del salmista: «Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. Crea in me un cuore puro. Rinnova in me uno spirito saldo. Rendimi la gioia della tua salvezza» (Sal 51 [50]).
José Antonio Pagola
Traduzione: Mercedes Cerezo
Publicado en www.gruposdejesus.com