UN CRISTIANESIMO DI SEQUELA
José Antonio PagolaIn tempi di crisi è grande la tentazione di cercare sicurezze, ritornare a posizioni facili e bussare di nuovo alle porte di una religione che ci «protegga» da tanti problemi e conflitti.
Dobbiamo rivedere il nostro cristianesimo per vedere se nella chiesa di oggi viviamo motivati dalla passione di seguire Gesù o cerchiamo «sicurezze religiose». Secondo il noto teologo tedesco Johann Baptist Metz, è questa la sfida più grave che ce aspetta a noi cristiani in Europa: decidere tra una «religione borghese» o un «cristianesimo di sequela».
Seguire Gesù non è fuggire verso un passato morto, ma tentare di vivere oggi con lo spirito che animò Gesù. Come ha detto qualcuno con ingegno, si tratta di vivere oggi «con aria de Gesù» e non «al vento che soffia di più».
Questa sequela non consiste nel cercare novità e promuovere gruppi di persone scelte, ma nel fare di Gesù l'unico asse delle nostre comunità, mettendoci decisamente al servizio di quello che lui chiamava il Regno di Dio.
Perciò, seguire Gesù di solito vuol dire camminare «controcorrente», con un atteggiamento di ribellione di fronte ad abitudini, mode o correnti di opinione in disaccordo con lo spirito del Vangelo.
Questo esige non solo di non lasciarci addomesticare da una società superficiale e consumista, ma persino contraddire i propri amici e famigliari, quando ci propongono cammini contrari al Vangelo.
Perciò, seguire Gesù esige essere pronti ai conflitti e alla croce. Essere pronti a condividere la sua stessa sorte e ad accettare il rischio di una vita crocefissa come la sua. Sapendo che ci aspetta la risurrezione. Non saremo capaci di ascoltare la chiamata sempre viva di Gesù che ci invita a seguirlo?
José Antonio Pagola
Traduzione: Mercedes Cerezo
Publicado en www.gruposdejesus.com