I FERITI DEL DELLA STARDA
José Antonio PagolaLa parabola del «buon samaritano» uscì a Gesù dal cuore, perché camminava per la Galilea molto attento ai mendicanti e ai malati che vedeva nelle cunette dei cammini. Voleva insegnare a tutti a camminare per la vita con «compassione», pensava soprattutto ai capi religiosi.
Nella cunetta di un cammino pericoloso, un uomo assalito e derubato era stato abbandonato «mezzo morto». Fortunatamente, per lo stesso cammino arriva un sacerdote, poi un levita. Ambedue appartengono al mondo ufficiale del tempio. Sono persone religiose. Senza dubbio avranno pietà di lui.
Non è così. Vedendo il ferito, entrambi chiudono i loro occhi e il loro cuore. Sembra che per loro quell'uomo non esista: «passano oltre», senza fermarsi.
Presi dalla loro pietà e dal loro culto a Dio, proseguono il cammino. La loro preoccupazione non è per quelli che soffrono.
Nell'orizzonte appare un terzo viaggiatore. Non è né sacerdote né levita. Non proviene dall'ambiente religioso del tempio e nemmeno fa parte del popolo eletto. È uno spregevole «samaritano». Da lui si può aspettare soltanto il peggio.
Nel vedere il ferito però, lui «ne ebbe compassione». Non passa oltre. «Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui». Si preoccupa anche che qualcuno continui ad occuparsene.
È difficile immaginare una chiamata più provocatoria di Gesù ai suoi seguaci, e indirettamente ai capi religiosi. Non basta che nella Chiesa ci siano delle istituzioni, degli organismi e delle persone che stiano accanto a quelli che soffrono. Tutta la Chiesa dovrebbe apparire pubblicamente come l'istituzione più sensibile e compromessa con quelli che soffrono fisicamente e moralmente.
Se la Chiesa non si commuove nel vedere i feriti delle cunette, tutto quanto dica e faccia sarà assai irrilevante. Soltanto la compassione può fare in modo che oggi la Chiesa di Gesù sia più umana e credibile.
José Antonio Pagola
Traduzione: Mercedes Cerezo
Publicado en www.gruposdejesus.com