INVITARE I POVERI
José Antonio PagolaGesù visse uno stile di vita differente. Chi vuole seguirlo sinceramente si sente invitato a vivere in una maniera nuova e rivoluzionaria, contraria al modo «normale» di comportarsi che osserviamo attorno a noi.
Come non sentirci sconcertati e interpellati nell'ascoltare parole come queste? «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i tuoi vicini, perché a loro volta non t'invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai, infatti, la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Siamo invitati ad agire con un atteggiamento di gratuità e di attenzione verso il povero, che non è scontato. Ci si chiama a condividere senza seguire la logica di quelli che sempre cercano di saldare i loro debiti, anche se devono umiliare quel povero che sempre è debitore di tutti.
Gesù pensa a delle relazioni umane fondate su un nuovo spirito di libertà, di gratuità e d'amore fraterno. Uno spirito che è in contraddizione con il comportamento normale interno al sistema, il quale, alla fine abbandona sempre i più indifesi.
I seguaci di Gesù devono sentirsi chiamati a continuare il suo stile di vita, anche con gesti semplici e umili. Questa è la nostra missione: introdurre nella storia questo spirito nuovo di Gesù, contraddire la logica della cupidigia e l'accumulazione egoista. Non otterremo dei cambiamenti spettacolari, soprattutto in maniera immediata, ma con il nostro agire solidale, gratuito e fraterno metteremo in discussione il comportamento egoista, come una cosa indegna di una convivenza sana.
Chi segue Gesù da vicino sa bene che il suo agire sembra assurdo, incomodo e intollerabile per la «logica» della maggioranza, ma sa anche che con questi piccoli gesti prepara la salvezza definitiva dell'essere umano.
José Antonio Pagola
Traduzione: Mercedes Cerezo
Publicado en www.gruposdejesus.com