SANTA MARIA, MADRE DI DIO
José Antonio PagolaDopo una certa eclissi della devozione mariana, provocata in parte da abusi e deviazioni notevoli, i cristiani si stanno interessando di nuovo a Maria per scoprire il suo vero luogo nell’esperienza cristiana.
Non si tratta di andare da Maria per ascoltare «messaggi apocalittici» che minacciano con punizioni terribili un mondo sommerso nell’empietà e nell’incredulità, mentre lei offre la sua protezione materna a quelli che fanno penitenza o dicono certe preghiere.
Nemmeno si tratta di fomentare una pietà che nutre segretamente una relazione infantile di dipendenza e fusione con una madre idealizzata. Tempo fa la psicologia ci ha messo in guardia di fronte ai rischi di una devozione che esalta falsamente Maria come «Vergine e Madre», per favorire, nel fondo, un disprezzo verso la «donna reale» come eterna tentatrice dell’uomo.
Il primo criterio per comprovare la «verità cristiana» di tutta la devozione a Maria sta nel vedere se si chiuda in se stessa o se si apra al progetto di Dio, se ci fa retrocedere verso una relazione infantile con una «madre immaginaria» o se ci spinge a vivere la nostra fede in maniera adulta e responsabile, da seguaci fedeli di Gesù Cristo.
I migliori sforzi della mariologia attuale vorrebbero guidare i cristiani a una visione di Maria come Madre di Gesù Cristo, prima discepola di suo Figlio e modello, di vita autenticamente cristiana.
In maniera più concreta, Maria è oggi per noi modello di accoglienza fedele di Dio, con un atteggiamento di fede obbediente e di servizio nei confronti di suo Figlio, oltre che di preoccupazione solidale verso quelli che soffrono; donna compromessa con il «Regno di Dio» predicato e inaugurato da suo Figlio.
In questo momento di stanchezza e pessimismo non credente, Maria, con la sua obbedienza radicale a Dio e la sua speranza fiduciosa, può condurci a una vita cristiana più profonda e più fedele a Dio.
La devozione a Maria non è, dunque, un elemento secondario per nutrire la religione di persone «semplici», che amano le pratiche e i riti «folcloristici». Avvicinarci a Maria è, piuttosto, situarci nella migliore posizione per scoprire il mistero di Cristo e accoglierlo. L’evangelista Matteo ci parla di Maria come la madre dell’«Emmanuele», cioè, la donna che ci può avvicinare a Gesù «il Dio con noi».
José Antonio Pagola
Traduzione: Mercedes Cerezo
Publicado en www.gruposdejesus.com