IL RISCHIO DI SISTEMARSI
José Antonio PagolaAlla fine, tutti abbiamo il rischio di sistemarci nella vita, alla ricerca di un rifugio comodo dove poter vivere tranquilli, senza agitazioni né preoccupazioni eccessive, rinunciando a qualunque aspirazione.
Una volta ottenuto un certo successo professionale, sistemata la famiglia e assicurato, in certo qual modo, il futuro, è facile cadere nella trappola di un conformismo comodo, che ci permetta continuare a camminare nella vita nel modo più confortevole.
È il momento di cercare un’atmosfera gradevole e accogliente. Vivere rilassato in un ambiente felice. Fare del focolare un rifugio tranquillo, un angolo per leggere e ascoltare buona musica. Godere delle buone vacanze. Assicurarsi qualche piacevole weekend…
Spesso, però, è proprio allora quando la persona scopre in maniera più chiara che la felicità non coincide mai con il benessere in quella vita manca qualcosa che ci lascia vuoti e insoddisfatti. Qualcosa che non si può comprare con i sodi né assicurare con una vita confortevole. Semplicemente manca la gioia di chi sa vibrare con i problemi e i bisogni degli altri, sentirsi solidale con i bisognosi e vivere, in qualche modo, più vicino ai feriti dalla società.
C’è anche un modo d’«sistemarsi» che può essere rafforzato falsamente con «sfumature cristiane». Si tratta dell’eterna tentazione di Pietro, che minaccia sempre a noi credenti: «piantare le tende lassù nella montagna». Cioè, cercare nella religione il nostro benessere interiore, eludendo la nostra responsabilità individuale e collettiva nel conseguire una convivenza più umana.
Comunque, il messaggio di Gesù è chiaro: Un’esperienza religiosa non è veramente cristiana quando ci isola dai fratelli, ci sistema comodamente nella vita e ci allontana dal servizio ai più bisognosi.
Se ascoltiamo Gesù, ci sentiremo invitati a uscire dal nostro conformismo, a rompere con uno stile di vita egoista dove forse siamo confortevolmente adagiati e cominciare a vivere facendo più attenzione alla richiesta che ci arriva dai più indifesi della nostra società.
José Antonio Pagola
Traduzione: Mercedes Cerezo
Publicado en www.gruposdejesus.com