PREGUSTARE IL CIELO
José Antonio PagolaNo si può descrivere il cielo, ma lo possiamo pregustare, Non si può capire con la nostra mente, ma è difficile non desiderarlo. Se parliamo del cielo, non è per soddisfare la nostra curiosità, ma per ravvivare il nostro desiderio e la nostra attrazione per Dio. Se lo ricordiamo, è per non dimenticare l’anelito che portiamo nel cuore.
Andare in cielo non è arrivare a un luogo, ma entrare per sempre nel Mistero dell’amore di Dio. Finalmente Dio non sarà più qualcuno nascosto e inaccessibile. Anche se sembra incredibile, potremo conoscere, toccare, gustare e fruire del suo essere più intimo, della sua verità più profonda, della sua bontà e bellezza infinite. Dio ci innamorerà per sempre.
Questa comunione con Dio non sarà un’esperienza individuale. Gesù risorto ci accompagnerà. Nessuno va al Padre se non è per mezzo di Cristo. «È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità» (Col 2,9). Solo conoscendo e fruendo del mistero nascosto in Cristo, penetriamo nel mistero insondabile di Dio. Cristo sarà il nostro «cielo». Vedendo Cristo «vedremo» Dio.
Non sarà Dio l’unico mediatore della nostra felicità eterna. Accesi dall’amore di Dio,
ciascuno di noi diventerà a modo suo «cielo» per gli altri. Dalla nostra limitatezza e finitudine potremo toccare il Mistero infinito di Dio assaporandolo nelle sue creature. Godremo del suo amore insondabile assaporandolo nell’amore umano. Il gaudio di Dio ci sarà regalato incarnato nel piacere umano.
Il teologo ungherese Ladislaus Boros vorrebbe suggerire questa esperienza inesprimibile: «Sentiremo il calore, sperimenteremo lo splendore, la vitalità, la ricchezza immensa della persona che oggi amiamo, per la quale ringraziamo Dio. Tutto il suo essere, la profondità della sua anima, la grandezza del suo cuore, la creatività, l’ampiezza, l’eccitazione della sua reazione amorosa ci vedranno regalati».
Che pienezza avranno la tenerezza, la comunione e la gioia dell’amore e dell’amicizia che abbiamo conosciuto qui. Con quale intensità ci ameremo allora quelli che già ci amiamo tanto sulla terra. Poche esperienze ci permettono pregustare meglio il destino ultimo al quale siamo attratti da Dio.
José Antonio Pagola
Traduzione: Mercedes Cerezo
Publicado en www.gruposdejesus.com