SENZA SUPPORTO SOCIALE?
José Antonio PagolaCome potrebbe la Chiesa ricuperare il suo prestigio sociale e avere di nuovo quell'influenza che aveva nella società soltanto qualche anno fa? Forse senza confessarlo ad alta voce, sono tanti che rimpiangono quei tempi in cui la Chiesa poteva annunziare il suo messaggio dalle piattaforme privilegiate che contavano con l'appoggio del potere politico.
Forse non dovremmo lottare per ricuperare ancora quel potere perduto che si permetteva di fare una «propaganda» religiosa e morale efficace, capace di superare le altre ideologie e correnti d'opinione che si stanno imponendo fra noi?
Non dobbiamo sviluppare delle strutture religiose più potenti, né rinvigorire i nostri enti religiosi e fare dalla Chiesa una «ditta più competitiva e redditizia»?
Senza dubbio, nel fondo di questa inquietudine, c'è una volontà sincera di portare l'Evangelo agli uomini e le donne del nostro tempo, ma è questo il cammino da seguire? Le parole di Gesù, quando manda i suoi discepoli senza pane né sacca, senza denaro né due tonache, insistono piuttosto sul «camminare» poveramente, con libertà, leggeri e con una totale disponibilità.
Quel che importa non è un'attrezzatura che ci dia sicurezza, ma la forza dell'Evangelo vissuto con sincerità, perché l'Evangelo penetra nella società non attraverso dei mezzi efficaci di propaganda, ma da testimoni che vivano fedelmente la sequela di Gesù Cristo.
Nella Chiesa sono necessarie l'organizzazione e le strutture, ma soltanto per sostenere la vita evangelica dei credenti. Una Chiesa che porti un bagaglio eccesivo rischia diventare sedentaria e conservatrice. Prima o poi si preoccuperà più di provvedere a se stessa che di camminare liberamente a servizio del Regno di Dio.
Una Chiesa più povera, con meno privilegi e con meno potere sociopolitico sarà una Chiesa più libera e capace di offrire l'Evangelo nella sua verità più autentica.
José Antonio Pagola
Traduzzione: Mercedes Cerezo
Publicado en www.gruposdejesus.com